San Fedele

Contributi dalla Parrocchia Liturgia

San FEDELE, martire, compatrono di Cadecoppi

sagra prima Domenica di Luglio

PREMESSA:

molte notizie sono tratte da :

Ireneo Remondi, Cadecoppi, memorie notizie curiosità, ed. Baraldini, Massa Finalese, 1986.

Il libro è reperibile alla biblioteca di Camposanto.

Nel Martirologio Romano la festa di san Fedele, martire, è fissata il 28 ottobre.

LA VITA:

a pag. 120 del libro citato, l’Autore scrive: “La questione si presenta assai complicata. Sviscerarla più a fondo, cercare risposte ad interessanti interrogativi e pretendere di dare una soluzione all’intricato problema, oltre che portarci molto lontano, si presenta molto arduo.

Questo perché fonti, leggenda e tradizione si mescolano insieme ed i documenti e gli “Acta Martyrum” non danno certezza.

La tradizione lo vuole soldato della Legione Tebea, formata da giovani Egiziani della Tebaide costretti con la forza ad arruolarsi per combattere con Roma e in difesa delle conquiste romane.

Comandante della Legione era san Maurizio. Tutti i soldati erano cristiani e la legione fu pima decimata e poi sterminata dall’imperatore Massimiano nel Vallese, Svizzera, presso l’odierna St.Maurice circa nel 280.

Molti soldati però si salvarono e predicarono il Vangelo nei paesi vicini.

Soldati martiri della legione Tebaide sono sant’Alessandro venerato a Bergamo, san Donnino patrono di Fidenza e sant’Antonino onorato a Piacenza.

La città di Como lo venera e ne custodisce il corpo nel santuario a Lui dedicato già intorno all’anno mille. San Carlo Borromeo fece trasferire i resti mortali di un san Fedele,  militare e sempre della Tebea, da Arona a Milano nella chiesa di san Fedele poco distante dal Duomo.

Però, dalle notizie del 1681,cioè da quando il vescovo modenese Carlo Molza, consegnò la reliquia del braccio di san Fedele  al parroco di Cadecoppi, don Andrea Boni, perché venisse venerata nella chiesa parrocchiale e non altrove, si dice che la reliquia proveniva dalle Catacombe di Roma e gli era stata donata dal cardinale Gaspare Carpegna che l’aveva rinvenuta il 18 dicembre 1679 nelle catacombe di Ponziano sulla via Portuense.

Papa Innocenzo XI favorì il dono della reliquia al vescovo Molza.

E allora?

La Catacomba romana era già nota e funzionante come Cimitero Cristiano già al tempo del massacro della Legione.

Sicuramente dei superstiti militari della legione Tebea  giunsero a Roma e durante le persecuzioni molti martiri furono sepolti senza segni distintivi se non quello della memoria e della venerazione tramandata. Forse è questa tradizione che permise al cardinale Carpegna di affermare che le ossa ritrovate erano del martire Fedele.

Altre ipotesi potrebbe essere il ritrovamento nelle catacombe di loculi con la semplice scritta Fedele martire di Cristo posta per coloro che avevano dato la loro vita perché cristiani durante le varie persecuzioni.

Tutte queste disquisizioni sono per pura accademia.

Per noi è sufficiente sapere

che Fedele è un Martire Cristiano e come tale merita la nostra venerazione perché con il suo martirio ha testimoniato la sua Fede, il suo Battesimo e la sua appartenenza alla Chiesa. Ha vinto le lusinghe e le passioni del mondo propostegli dagli imperatori e dal potere e senza rispetto umano si è mostrato un cristiano tutto di un pezzo.

CULTO A CADECOPPI:

Come già detto la reliquia giunse da Roma a Modena e da Modena donata a Cadecoppi il 10 novembre 1681.

Da questa data inizia il culto al Giovane Santo Martire Romano, perché così è citato in alcuni documenti  parrocchiali.

Nel 1887 si chiese l’autorizzazione per costruire una cappelletta a Lui dedicata con una ancona in legno, ma senza altare per la celebrazione della Messa.

La statua di san Fedele, costruita da una ditta parigina, giunse a Cadecoppi il 29 luglio del 1888 proveniente dalla chiesa di Palata e trasportata processionalmente lungo l’argine del Panaro.

L’altare, sempre in legno, è opera del 1903 dell’ebanista intarsiatore Vittorio Bega, cadecoppese per Battesimo, perché nato a Casoni  quindi nel Comune di Finale.

Nel 1969 un altro Bega Melchiorre, architetto famoso nel milanese e per alcune chiese del bolognese, adattò la chiesa di Cadecoppi  alla forma attuale con il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II.

Il nuovo altare  centrale, in legno, è dono di Mario Bega. Ambedue sono figli di Vittorio Bega.

Nella cappella di san Fedele sono murate quattro lapidi scritte tutte in latino.

La prima è datata 10 novembre 1681 e ricorda la donazione del braccio per opera di Papa Innocenzo XI, il vescovo Molza e il parroco Boni.

La seconda richiama l’arrivo della statua di fattura parigina e proveniente da Palata Pepoli  il 29 luglio 1888.

Nella terza, senza data, annovera i parrocchiani, il parroco Stefanini e il cappellano  Tommasi Mazzi di Modena  quali costruttori della cappelletta.

La quarta è del 1903 quando venne costruito l’altare.

La Sagra, prima quinquennale, fu resa annuale dall’ultimo parroco residente don Nello Gibellini subito dopo la seconda guerra mondiale, perché così è stato richiesto da molti.

I nonni  raccontano che tanti venivano a venerare il braccio di san Fedele dai paesi vicini a piedi oppure scalzi via argine di Panaro per chiedere guarigioni, aiuti spirituali e materiali, fecondità nel matrimonio, fine delle guerra, sicurezza nel lavoro, buon esito per gli esami scolastici,…e molti attestano l’avvenuto miracolo o esaudimento della richiesta. 

ICONOGRAFIA:

giovane: al momento del martirio poteva avere una ventina di anni al massimo

vestito da militare romano:  faceva parte della Legione Tebea

scuro di carnagione: era egiziano della Tebaide

palma nella mano sinistra:  la palma è segno cristiano del martirio

crocifisso nella mano destra: testimonia l’opera di evangelizzazione e la ragione del martirio

elmo ai piedi: perché ha rivestito il suo cervello  con i pensieri  della speranza e umiltà cristiana non del potere  o pensiero umano.

PREGHIERA a SAN FEDELE, martire **

Divote Orazioni a S.Fedele Martire

VENERATO NELLA CHIESA DI CADECOPPI

1 O Gloriosissimo Martire di Gesù Cristo San Fedele, che sapeste generosamente disprezzare le umane felicità per seguire il Redentore nelle via delle umiliazioni e della Croce; fate che noi pure al vostro esempio resistiamo ad ogni lusinga delle passioni e del mondo, e così trionfiamo sempre dei nostri spirituali nemici. Pater, Ave e Gloria.

2 Gloriosissimo Martire di Gesù Cristo San Fedele, che forte della grazia divina incontraste coraggiosamente la morte in testimonianza della vostra Fede; fate che noi pure, senza rispetto umano, ci mostriamo in ogni circostanza veri cristiani convinti e praticanti in modo che ne ridondi onore a Dio ed edificazione del prossimo. Pater, Ave e Gloria.

3 Gloriosissimo Martire di Gesù Cristo San Fedele, che su questa terra viveste sempre per Iddio, per l’anima e per l’eternità ed ora in Cielo godete il meritato premio: otteneteci dal Signore che noi pure imitiamo il vostro esempio e giungiamo pel vostro patrocinio alla beata gloria del Paradiso. Pater, Ave e Gloria.

Modena, 13 Luglio 1915.

Concediamo 100 giorni d’indulgenza a chi reciterà devotamente le soprascritte preghiere.  +Natale Arciv. Abbate.

Le stesse preghiere vengono riportate in un altro santino con le seguenti diciture:

Modena, 9 ottobre 1945.

Concediamo 200 giorni di indulgenza a chi reciterà devotamente le soprascritte preghiere. +Cesare Boccoleri, Arciv.Abate.

**Il santino risulta stampato a Modena nella Tipografia della Immacolata Concezione, nel 1925.(poi in copia anastatica nel maggio del 2001)

Sul davanti è riprodotta la statua di san Fedele in primo piano e la chiesa di Cadecoppi come sfondo.

Sotto una didascalia riporta che il braccio di san fedele è venerato… da “due secoli”… Ciò non risponde a verità. O si tratta di un errore tipografico  o è la riproduzione di un santino precedente del quale se ne sono perse le tracce.

Enzo