SAGRA o FIERA…o…FESTA della COMUNITA’

Contributi dalla Parrocchia Liturgia

“Sagra o Fiera”. Non è intenzione presentare un trattato di teologia o di etimologia.

A Camposanto, il mese di maggio coincide con l’inizio delle SAGRE nei vari quartieri del paese e questo lieto momento,  di aggregazione religiosa e mangereccia, ha stimolato la riflessione che desidero condividere con tutti i Camposantesi nativi o emigrati in Camposanto, nonché domiciliati o emigrati da Camposanto.

Chiarezza

Il termine SAGRA si riferisce ad una manifestazione religiosa che intende festeggiare la costruzione o consacrazione  di una chiesa, la particolare devozione a un Santo, un avvenimento di apparizione religiosa, un miracolo, il Patrono di una città o di un paese, il Protettore di una diocesi o di una parrocchia. E’ quindi evidente che la sua origine è strettamente religiosa  e legata a momenti e cerimonie religiosi quali il triduo, la Messa, la Processione, unitamente alle pratiche devozionali del Rosario o la Benedizione Eucaristica o con la reliquia del Santo.

(cfr Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2002, pagg. 19-21; 26-29; 33-52; 63-72; 133-208; 230-244)

Mentre con FIERA indichiamo una ricorrenza civile nella quale l’oggetto della festa , cioè il vino, il salame, la zucca, le castagne, le tagliatelle, il porcosauro, il riso, le torte, oppure le macchine d’epoca, i trattori, la mietitura, … richiamano, coinvolgono e uniscono le persone per offrire ed esaltare questi prodotti  della vita contadina, del raccolto, della meccanica, della manifattura.

(cfr. Treccani, Dizionario della Lingua Italiana, consultazione web)

Spesso  Sagra e Fiera sono uniti nello stesso  giorno ed allora l’Autorità Religiosa e l’Autorità Civile predispongono un loro calendario di festeggiamenti  non  in contrapposizione, ma univoco perché è la FESTA della COMUNITA’. Si verifica pure che l’una sia più sentita dell’altra, ma qui ci addentriamo nel campo della sfera sociale per il quale lasciamo l’approfondimento ad altri.

Mi sovviene fare una piccola aggiunta sul Santo Patrono e Santo Protettore

I due termini sono sinonimi. Vengono usati il primo in prevalenza civile, mentre il secondo termine in prevalenza religiosa. Entrambi indicano un Santo o una Santa al quale l’istituzione civile e l’istituzione religiosa hanno affidato la protezione delle città, della borgata, del quartiere, nonchè dei mestieri o delle professioni lavorative.

Nel corso della storia non sono mancati momenti dove le due autorità hanno agito in contrasto.

In un paese  la Chiesa parrocchiale è dedicata al santo Patrono-Protettore. Mentre nelle grandi città possiamo avere il Duomo dedicato al santo Patrono e la Cattedrale dedicata al santo Protettore. Questa bivalenza è presente a Bologna, mentre a Modena vi è uniformità di luogo di culto e di festeggiamenti.

(cfr. Direttorio su Pietà Popolare…, op. cit.)

Accanto a quello che è il Patrono/Protettore principale abbiamo anche dei compatroni che condividono la protezione e la difesa della città o della associazione sempre per espresso desiderio delle due comunità o della associazione delle arti e dei mestieri.

(cfr. Direttorio su Pietà Popolare…, op. cit.)

Per Camposanto

il Patrono è san Nicola di Bari, vescovo.  La festa liturgica è il 6 dicembre. San Nicola è il protettore dei marinai.  Nel calendario civile, scolastico e lavorativo di Camposanto  il 6 dicembre è la festa del santo Patrono.  A san Nicola è dedicata la chiesa parrocchiale.

La compatrona  è sant’Eurosia, vergine e martire. La festa liturgica è il 25 giugno, ma i Camposantesi  la festeggiano la seconda o la terza domenica di settembre. Prima del  1970 circa la sagra cadeva la terza domenica  di ottobre. La festa è preceduta da un triduo parrocchiale.

Si può supporre che i festeggiamenti a san Nicola siano iniziati intorno all’inizio del secolo XV, o poco prima della fine del secolo XIV,  perché non si ha menzione della costruzione della parrocchiale prima del 1474.

Il culto camposantese alla santa spagnola Eurosia, protettrice dei campi e dei raccolti ed invocata contro la grandine e le tempeste,  risale alla prima metà del 1700 circa.

(cfr. Gianfranco Marchesi, La chiesa Parrocchiale di Camposanto e le sue adiacenze, ed. Baraldini s.a.s, Finale Emilia, 2017 pag. 3 e pag. 204)

Per Cadecoppi

i festeggiamenti per il Patrono cadono il 30 settembre festa liturgica di san Girolamo, dottore.

La festa del compatrono san Fedele, martire, e la sua devozione al braccio di san Fedele  ha avuto una lunga peripezia. Solitamente era intorno al 29 di luglio e si svolgeva ogni cinque anni. Poi con il parroco don Nello Gibellini, nel secondo dopoguerra, divenne annuale. Attualmente è festeggiato la prima domenica di luglio, a volte anticipata all’ultima domenica di giugno. Le tre serate del triduo coinvolgono le località di Cabianca, Casoni di sopra e Casoni di Sotto.

La fondazione della chiesa di Cadecoppi ad opera della contessa Violante Martinengo Rangoni di Modena è documentata dal rogito del 1480 e dai due seguenti del 1490. La devozione a san Girolamo, protettore dei Cadecoppesi si può fare risalire a quella data.

Mentre il culto a san Fedele è seguente all’anno 1681, perché la reliquia del braccio di san Fedele fu donata a Cadecoppi dal vescovo Carlo Molza in quegli anni. La statua raffigurante il martire Fedele, proveniente da Parigi,  raggiunse via fiume Panarto  Cadecoppi, il 29 luglio 1888.

(cfr. Ireneo Remondi, Cadecoppi, memorie notiziecuriosità, Banca Popolare di San Felice sul Panaro, San Felice sul Panaro, 1986, pag. 28-29 e pag. 125 )

Nel territorio di Camposanto-Cadecoppi, o limitrofo, esistono oratori oggetto di devozione e di momento di condivisione fraterna. Elenchiamoli con il giorno dei festeggiamenti. Sono presenti altri oratori ma non rientrano nella nostra condivisione.

Oratorio di San Rocco

In località di Solara, sul confine tra Solara e camposanto, poco distante dall’argine, prospicente una montagnola riconosciuta come antica ghiacciaia.

La sua costruzione risale alla metà del 1600. L’ultima restaurazione dell’edificio è del 1980/90.

La sagra e la festa liturgica si celebrano il 16 agosto. San Rocco, di origini francesi, è morto a Voghera nel 1376/79.

E’ protettore dal flagello della peste.  La popolazione partecipa con entusiasmo.

Oratorio di Sant’Anna (o dei conti Forni)

Localizzato nella borgata  passo sant’Anna di Camposanto a ridosso dall’argine di Panaro.

La sua origine è da collocarsi nella prima metà del 1600 ad opera della marchesa Caterina Estensi Tassoni Forni. Sant’Anna e san Gioacchino sono i nonni di Gesù, perché genitori della Beata Vergine Maria.

Il 26 luglio è festa liturgica e folcloristica. Coloro che si privilegiano della situazione di “ottantenni” ricordano che la sagra richiamava la presenza della Banda e di una rinomata gelateria  camposantese.

Causa inagibilità della struttura per evento sismico la festa è stata sospesa  da alcuni anni.

Oratorio Passo Vecchio  “al cisulin”

Posto sulla strada Panaria che collega Camposanto con Cadecoppi. La composizione edilizia richiama quella della Cappelletta del Duca al centro della rotonda sulla statale Canaletto in prossimità di Cavezzo.  E’ dedicato alla Beata Vergine Maria di Lourdes. La sua costruzione risale al 1904 e la statua fu benedetta dal vescovo Natale Bruni il 12 ottobre. La via Crucis è del 1930. Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale ospitò molti morti. E’ oratorio pubblico dal 2007. La sagra si teneva nell’ultima domenica di luglio con grande concorso di pubblico, animazione canora con cantanti degli anni ‘60, lotteria di beneficienza e gnocco fritto.

Attualmente  la festa  è spostata  alla prima  domenica di maggio.

Oratorio del Bottegone

Documenti storici relativi a questa località parlano di una osteria con cambio di cavalli e vendita di pane, vino, carne e pesce già dopo il  1440.

In una mappa del 1887 l’oratorio è segnato come pertinenza del fondo La Madonna.

Costruito ad un centinaio di metri dall’incrocio con le ex-scuole di Bottegone, è dedicato alla Beata Vergine Immacolata e la sagra/momento di fraternità si tiene l’ultima domenica di maggio con grande concorso di gente sia per il momento religioso sia per il momento ricreativo.

Oratorio di Gorzano                                      

E’ sulla strada per San Felice. Dedicato allo Sposalizio della Beata Vergine Maria, la memoria, come da calendario liturgico, è il 23 gennaio.

I “non più giovani” ricordano il freddo, la banda, il palo della cuccagna e il bicchierotto di vino o altro per scaldarsi. Anche oggi è una festa molto sentita e partecipata, soprattutto dagli abitanti della zona.  

Situato sulla strada-postale che collegava Modena-Bomporto-Solara- san Felice- Finale, anticamente era dedicato a san Giorgio già dal 1300 circa e in seguito fungeva anche come Chiesa parrocchiale del territorio di Camposanto.

Nella forma attuale è una costruzione del 1730 ad opera dei Castelbarco-Visconti di Milano antichi feudatari di Camposanto. In precedenza era possessione dei Forni . Il campanile è del 1773, mentre il portico è una aggiunta fine 1800 circa. In alcune mappe del 1700/1800 è dedicato a san Giuseppe.

Oratorio della Madonna del Bosco

Sulla strada per Cavezzo. Il primo oratorio venne edificato nel 1733 per ospitare una immagine in ceramica della Madonna inchiodata su una rovere come ricordo della uccisione di una persona. Nella prima metà del 1800 venne trasferita  nei locali del fondo Risaia, perché molti terreni della zona, acquistati dal duca Francesco IV di Modena, furono trasformati per la coltivazione del riso. L’attuale oratorio è del 1910 circa opera del conte di Carrobio .

La sagra è sempre stata fissata per l’8 settembre, ma dal decennio passato è anticipata all’ultima domenica di agosto.

E’ preceduta da un triduo con grande affluenza sia per la parte religiosa che ricreativa.

1)Per accedere a molti degli oratori bisogna passare su un ponticello che attraversa un fosso. Questo transitare sul ponte con un filo d’acqua che scorreva sotto è sempre stato momento di preghiera di riflessione.

Anticamente tutta la nostra zona era paludosa, insalubre, malsicura, e non creava possibilità di vita.

Tanti uomini, con badili e carriole hanno incanalato le acque, prosciugato il terreno e reso fertile… guadagnandosi il pane con il sudore della fronte(cfr.Gen. 3,19) e sei ora io ho cibo in abbondanza lo devo a loro, li devo ringraziare e prego.

Però penso anche che non devo distruggere quanto loro, centinaia di anni fa, hanno fatto per me oggi e quindi rifletto sul come posso difendere questo bene che mi è stato dato perché devo custodire ed amare il giardino (cfr .Gen 2,15).

2)Allora…Sagra, Fiera o Festa della Comunità.

Senza rinunciare a Sagra o Fiera, preferisco  “Festa della Comunità” perché in quel giorno tutti si trovano insieme per fare festa.

E la festa accomuna, non divide. Le Feste sono per unire non per allontanare.

Non  penso che il Santo Patrono o Protettore conceda la sua protezione solamente a chi lo venera o appartiene ad una determinata religione. La protezione è stata chiesta e voluta dai nostri nonni e dai nonni dei nostri nonni. Il  Santo o la Santa guarda la motivazione e la richiesta della venerazione e a chi in quel momento è in quel paese per lavoro, per studio, per vivere, per amicizia senza fare alcuna distinzione.

La fede di pochi può fare miracoli e coinvolgere tutti nella protezione del Patrono.

Enzo