San Luigi Gonzaga

Contributi dalla Parrocchia Liturgia

21 giugno

memoria liturgica di san Luigi Gonzaga

LA VITA:

Luigi (Aloisio è il suo vero nome e richiama quello del nonno paterno), figlio primogenito del marchese Ferrante Gonzaga e di Marta Tana di Santena di Chieri, nasce a Castiglione delle Stiviere (MN), il 9 marzo 1568.

A lui seguirono altri cinque maschi e una sorella

Le origini nobili della famiglia risalgono al 1300 e il padre era il marchese di Castiglione delle Stiviere mentre la mamma era cugina del cardinale Della Rovere, arcivescovo di Torino.

Già da piccolo manifestò inclinazione alla vita religiosa. I biografi riportano che già a sette anni intensificò la preghiera e recitava ogni giorno, in ginocchio, i sette Salmi penitenziali e l’Ufficio  della Madonna.   

Essendo il primogenito e quindi successore al governo del marchesato, già alla età di 5 anni venne addestrato alle arti militari. Verso i 7 anni fu colpito da una forma di tubercolosi che gli procurerà segni per tutta la vita. Nel 1577 circa fu a Firenze, dove si riparò per una forma pestilenziale scoppiata nel mantovano. Qui entrò in contatto con i Gesuiti nella chiesa di san Giovannino e fu educato al leggere e allo scrivere insieme a Eleonora e Maria de’ Medici.

Ritornato a Castiglione nel luglio del 1580, in assenza del padre, ricevette il card. Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, che dopo un colloquio il 22 Luglio gli diede la prima comunione.

Nonostante la dissuasione tentata dal padre in diverse occasioni, nel novembre del 1585, rinuncia alla successione ed entra nella Compagnia di Gesù (gesuiti) a Roma, dove giunge transitando per Loreto.

Venne ammesso  al noviziato il 25 novembre del 1585. Nell’ottobre del 1586 è a Napoli, ma ritorna a Roma bel maggio del 1587 per motivi di salute.

Nei primi mesi del 1589 nella chiesa romana di san Giovanni in Laterano ricevette gli ordini minori

Nel 1589 è nuovamente a Castiglione delle Stiviere per questioni famigliari  e nel marzo del 1590 è a Milano per continuare gli studi. A maggio è a Roma per preparare gli studi in attesa di essere ordinato prete.

A Roma ne marzo del 1591 scoppia una epidemia di tifo. Luigi si offrì di curare i malati e  contrasse la malattia per avere trasportato un contagiato.

Il 10 giugno scrive una lettera alla madre.

Muore nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1591 nella infermeria del Collegio Romano. E’ sepolto nella chiesa romana di Sant’Ignazio di Campo Marzio.

Nel settembre del 1605 fu riconosciuto beato da papa Paolo V. Proclamato  Santo  il 31 dicembre 1726 da papa Benedetto XIII, fu indicato patrono della gioventù nel 1729.

(cfr. voce LUIGI GONZAGA , in Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani, volume 66)

ICONOGRAFIA:

Giovane, infatti morì a soli 23 anni

Abito talare nero e cotta bianca, veste l’abito religioso dei gesuiti e la cotta per avere ricevuto gli ordini minori.

Crocifisso in mano e Luigi con la testa china che lo guarda e lo prega.

Giglio per la purezza dell’anima

Teschio per ricordare la vanità delle cose terrene

Flagello per la mortificazione, la penitenza e a ricordo di Gesù flagellato da Pilato.

(cfr.Begni Redona, Pietro Scalvini, in Bfescia Pittorica 1700-1760: L’immagine del Sacro, Grafo, Brescia, 1981,  pag. 226)

A CAMPOSANTO:

Il culto al Santo è attestato già dal 1894 quando una sua statua fu collocata nella cappella a sinistra dell’altare maggiore.

Precedentemente la cappella era dedicata alla Beata Vergine Maria del Carmine. Da allora cambia nome.

Nel 1922 la statua viene collocata nella nicchia a destra dell’altare maggiore sopra la porta che immette nel campanile (dove solitamente ora stanno i musici e il coro) .

La statua farà pendant con quella di sant’Eurosia.  

Fin dal primo momento rimasi colpito dalle due statue poste nelle  nicchie ai lati dell’altare maggiore. Ambedue avevano qualcosa che li legavano tra loro e a Cristo.

Innanzitutto una corona regale che loro schiacciavano con un piede, poi la giovane età, poi la discendenza nobile, poi la dedizione agli altri, poi l’amore per il messaggio evangelico, poi la morte o per martirio o per malattia, poi…la testimonianza.

(cfr. Gianfranco Marchesi,  La chiesa parrocchiale di Camposanto…, Baraldini sas, Finale Emilia, 2017, pagg. 85 e 88)

A CADECOPPI:

Non risulta che a Cadecoppi vi fosse una statua o un altare dedicato a san Luigi Gonzaga.

Ma presso l’Archivio della Diocesi di Modena, abbiamo trovato una busta contenente un “Regolamento dei fanciulli e delle fanciulle ascritti alla pia unione di S.Luigi Gonzaga fondata in Cadecoppi l’anno 1891 III Centenario del Santo” .

Sicuramente vi sarà stato anche uno stendardo che gli appartenenti alla pia unione portavano in processione nella festa di San Fedele o per la festa del Maio alla Madonna. 

PREGHIERA di Papa Giovanni Paolo II


San Luigi,

povero in spirito a te con fiducia ci rivolgiamo

benedicendo il Padre celeste

perché in te ci ha offerto una prova eloquente del suo amore misericordioso.

Umile e confidente adoratore dei disegni del Cuore divino,

ti sei spogliato sin da adolescente di ogni onore mondano e di ogni terrena fortuna.

Hai rivestito il cilizio della perfetta castità,

hai percorso la strada dell’obbedienza,

ti sei fatto povero per servire Iddio,

tutto a lui offrendo per amore.


Tu, puro di cuore, rendici liberi da ogni mondana schiavitù.

Non permettere che i giovani cadano vittime dell’odio e della violenza;

non lasciare che essi cedano alle lusinghe di facili e fallaci miraggi edonistici.

Aiutali a liberarsi da ogni sentimento torbido,

difendili dall’egoismo che acceca,

salvali dal potere del Maligno.
Rendili testimoni della purezza del cuore.
Tu eroico apostolo della carità

ottienici il dono della divina misericordia

che smuova i cuori induriti dall’egoismo

e tenga desto in ciascuno l’anelito verso la santità.
Fa’ che anche l’odierna generazione

abbia il coraggio di andare contro corrente,

quando si tratta di spendere la vita,

per costruire il Regno di Cristo.
Sappia anch’essa condividere la tua stessa passione per l’uomo,

riconoscendo in lui, chiunque egli sia, la divina presenza di Cristo.
Con te invochiamo Maria, la Madre del Redentore.
A lei affidiamo l’anima e il corpo,

ogni miseria ed angustia,

la vita e la morte,

perché tutto in noi, come avvenne in te,

si compia a gloria di Dio, che vive e regna per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

Enzo