Una Santa a Camposanto

Liturgia

16 giugno…una Santa Camposantese

beata MARGHERITA MARTINI

Premessa

La Santa Madre Chiesa ha sempre ammesso che, a lato del calendario universale per il culto ufficiale e la venerazione ai Santi, ve ne fosse un altro detto locale riportante  la memoria liturgica di quelle persone che il popolo di una determinata frazione o borgata, di un paese o di una città riteneva santo o santa per la testimonianza della sua vita e le virtù cristiane vissute

.

E’ questo il caso della nostra Camposantese Margherita Martini, ritenuta Beata da tutto il popolo ma per la quale, non è stato rinvenuto nessun processo Diocesano che ne riconoscesse le sue virtù cristiane. 

Anche le richieste avanzate a Roma alla Congregazione dei Santi hanno riportato esito negativo.

La vita

Margherita Martini nasce a Camposanto il 26 aprile del 1697 da Giacomo e Antonia Vincenzi.

La sua casa di origine sorgeva nelle vicinanze di un già noto ristorante addossato al Panaro sulla Panaria per Modena  dopo la villa Bergamini.

Il padre era un “paron” cioè possedeva una barba per traghettare il fiume Panaro e trasportare le merci o le persone da un luogo all’altro sia da sponda a sponda che da località a località.

Ricevette la Cresima e la Prima Comunione a dodici anni.

Ragazza di una vita religiosa e spirituale molto intensa, desiderosa di coinvolgere gli altri nella fede cristiana, si prodigava ad aiutare i bambini nella formazione della fede.

Per queste sue caratteristiche nel 1712 è promossa educatrice in ambito parrocchiale delle bambine del contado.

Più volte chiese ai conventi di Modena, Bologna, Ferrara di diventare suora, ma le fu sempre rifiutato.

Nel 1726 è ammessa al terz’ordine francescano, cioè entra a fare parte di quella categoria di persone laiche che rimanendo in casa e  nel paese, professano i voti di povertà, castità ed obbedienza e vivono una vita spirituale quotidiana ispirata al Vangelo come se fossero in convento. 

Il suo punto di riferimento erano i frati della chiesa di Abrenunzio

Abrenunzio è una località posta sulla destra nella strada, la via Muzza, che da Stuffione porta a Ravarino e prosegue per Crevalcore. Il convento di Santa Maria di Abrenunzio, la cui edificazione venne autorizzata nel 1716, ebbe subito delle peripezie di per quanto riguarda l’ordine religioso che lo doveva gestire. Nel 1723 vennero chiamati i francescani riformati e la chiesa fu dedicata a Santa Maria della Neve.

Convento e Chiesa  vennero soppressi nel 1805 e tutto venne demolito nel 1808 allorchè tutto fu acquistato da Luigi Antonio Guidi di Bologna. Il quadro della Madonna presente nella chiesa ora si trova nella Abbazia di Nonantola sul lato sinistro salita la scala.

Nel convento di Abrenunzio il padre Valentino da Bologna fu il confessore/direttore spirituale della Martini e scrisse la sua vita. Altra biografia si trova alla Biblioteca Estense a Modena e fu scritta da Teresa Bernardi nel 1858.  Altra  biografia è del francescano padre Enrico Muratori che predicò a san Felice sul Panaro e conobbe il parroco don Francesco Martini, parente della nostra Margherita.

Da queste biografie ricaviamo episodi di prodigi, di conversioni, di rapimenti estatici, di dolori provati durante il pio esercizio della Via Crucis,…

Si racconta, dai nonni locali, che  per andare alle funzioni alla chiesa di Abrenunzio abbia attraversato il Panaro ponendo il grembiule, che le massaie usavano nelle faccende domestiche, sull’acqua e passasse il fiume giungendo ad Abrenunzio completamente asciutta.

La sua carità la spinse a curare i malati della famosa battaglia di Camposanto del febbraio del 1743.  Margherita aveva circa 46 anni. La sua casa era stata bruciata e lei trovò un adattamento in una specie di basso comodo, malsano,  vicino a casa.

Questo le causò una grave malattia e morì il 16  giugno 1743.

I suoi funerali furono contesi tra Camposanto ed Abrenunzio. Sepolta ad Abrenunzio vi rimase per circa 70 anni.

Il  23 febbraio del 1813 i resti mortali furono trasportati a Camposanto con grande concorso di popolo e murati all’esterno della chiesa nel lato destro. Sempre i nonni raccontano che ai piedi della sua tomba nascesse un erba ritenuta prodigiosa.

Nel 1922 i resti furono collocati in una urna all’interno della chiesa a destra nella cappella dedicata a santa Eurosia.

A Lei, negli anni 1980 circa, è dedicata la locale scuola materna.  

( vita liberamente tratta dalle biografie citate.     Cfr. G.Marchesi, “la chiesa parrocchiale di Camposanto….” pagg 83, 84, 87, 158)

Enzo