Sant’Antonio di Padova

Contributi dalla Parrocchia Liturgia

13 giugno 

Festa liturgica di Sant’Antonio di Padova

Una precisazione: 

La dizione giusta è sant’Antonio  DI  Padova, non  DA  Padova perché il luogo della  sua nascita non è Padova. 

Da non confondere con sant’Antonio, abate, la cui festa liturgica cade il 17 gennaio ed è il protettore delle campagne e degli animali. 

Ferdinando Martino de’ Buglioni, (questo è il suo nome anagrafico) nasce a Lisbona (Portogallo) il 15 agosto 1195 e muore a Padova il 13 giugno 1231 a soli 36 anni. 

Persona di grande cultura e sapienza, ma molto umile. Sapeva coniugare e fare convivere rigore e dolcezza.

E’ canonico regolare  (cioè sacerdote che viveva una vita comunitaria con altri preti)  nel 1210 a Coimbra in Portogallo.  

Nel 1220 diventa frate francescano. Conosce san Francesco d’Assisi nel 1221 e a Forlì nel 1222 mostrò le sue doti di abile e convincente predicatore. 

Combatté le eresie, insegnò teologia, visse a Bologna e a Padova, girò per l’Italia e la Francia. 

E’ anche conosciuto anche come Antonio da Lisbona o  Antonio di Forlì.

Diversi sono i miracoli che gli sono attribuiti  mentre era in vita. 

Molto noto è il miracolo Eucaristico della mula avvenuto a Rimini nel 1223 a ricordo del quale, proprio nella piazza principale dove avvenne, fu costruito un tempietto dal Bramante nel 1575-78. 

Sempre a Rimini è ricordato anche  il miracolo dei pesci ai quali si rivolse perché la comunità catara non lo ascoltava.

Fatto Santo un anno dopo la morte da papa Gregorio IX, Pio XII nel 1946 lo annoverò tra i Dottori della Chiesa con il titolo di Doctor Evangelicus perché sosteneva i concetti e le affermazioni delle sue prediche con citazioni del Vangelo.

E’ protettore dei poveri, degli orfani, degli oppressi, dei viaggiatori, dei bambini malati,  …. 

(cfr. la voce ANTONIO DI PADOVA in Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani)

Nella iconografia cristiana la raffigurazione del Santo è quella di un frate giovane con in braccio Gesù Bambino seduto su un libro, un giglio in una mano e nell’altra un pane. 

Frate giovane è per la sua età. Buono, aperto a tutti. Da notare l’abito francescano e la tonsura circolare dei capelli.

Il giglio è simbolo di purezza e di lotta contro il male.

Gesù Bambino ricorda la visione che sant’Antonio ebbe a Camposampiero e rappresenta l’umanità di Cristo e la intimità con Dio. 

Il pane richiama la carità verso i poveri che ha sempre dimostrato

Il libro rimanda alla sua predicazione costantemente isperata alla Bibbia.

(cfr. Luca Baggio, Iconografia di sant’Antonio al Santo di Padova…, Tesi di dottorato, Relatore Giavanna Valenzano, Università di Padova, 2013)

A Camposanto  

Il culto di sant’Antonio da Padova a Camposanto è citato in una visita pastorale del 1667, quindi era preesiste. Nella visita viene ricordato un altare con un quadro a lui dedicato collocato nella prima cappella di sinistra dopo il fonte battesimale. 

La statua che lo raffigura secondo l’iconografia classica con il giglio, nell’atto di consegnare un pane e Gesù bambino in braccio, all’inizio del secolo scorso  era collocata, entrando, a sinistra della porta laterale.

(cfr. Gianfranco Marchesi, La chiesa parrocchiale di Camposanto….,Baraldini sas, Finale Emilia, 2017, pagg.  76 e 85

A Cadecoppi

Nella prima cappella di destra, ai lati del quadro raffigurante san Francesco, al lato destro era collocata una statua di san t’Antonio di Padova restaurata nell’ultimo decennio del secolo scorso. 

Ma l’altare dedicato al Santo con una tela che lo raffigurava era già presente nel 1751. Dopo il 1856, la tela resa indecente dal fumo e dalla umidità venne sostituita con una statua in stucco. 

(cfr. Ireneo Remondi, Cadecoppi….” Editrice Baraldini, Massa Finalòese, 1986, pag. 95)

Sant’Antonio di Padova è il Patrono di Ravarino. 

INVOCAZIONE A SANT’ ANTONIO

(di san Bonaventura)

Ricordati, o caro sant’Antonio, 

che tu hai sempre aiutato e consolato 

chiunque è ricorso a te nelle sue necessità.

Animato da grande confidenza e dalla certezza di non pregare invano, 

anch’io ricorro a te, che sei così ricco di meriti davanti al Signore. 

Non rifiutare la mia preghiera, 

ma fa’ che essa giunga, con la tua intercessione, al trono di Dio.

Vieni in mio soccorso nella presente angustia e necessità, 

e ottienimi la grazia che ardentemente imploro, 

se è per il bene dell’anima mia…

Benedici il mio lavoro e la mia famiglia: 

tieni lontane da essa le malattie e i pericoli dell’anima e del corpo.

 Fa’ che nell’ora del dolore e della prova

 io possa rimanere forte nella fede 

e nell’amore di Dio. 

Amen.

Enzo

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